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Autore Gone baby gone
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 06-04-2008 13:22  
Trama: Una bambina di 4 anni, Amanda, viene rapita misteriosamente, le condizioni in cui versa la famiglia non sono agiate per cui non si può pensare ad una richiesta di riscatto, e spunta l'ombra terribile del sospetto che dietro a tutto questo ci sia un pedofilo. Chiamati a fare le indagini per ritrovare la bimba, Patrick e Angela si troveranno di fronte un tragico sottobosco di situazioni difficile da gestire e inaspettato ...

Commento: Ben Affleck (l'interprete del Marvelliano Daredevil, la cui unica valida performance è riconducibile a HollywoodLand, per il quale vinse la coppa Volpi come miglior interprete al festival di Venezia) non è mai stato un grande attore, e negli ultimi tempi dopo la grandiosa interpretazione in L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford la critica internazionale elogiò in una volta sola in maggiore maniera, più di lui in tutta la sua carriera, il fratello Casey, capace di recitare alla pari senza nessuna paura di fronte a un mostro sacro come Brad Pitt. Intelligentemente, dovendo trasporre il romanzo omonimo di Dennis Lehane (in italiano lo trovate come La casa buia), lo stesso che ha scritto Mystic River da cui è tratto il bel film di Clint Eastwood, ha pensato di dedicarsi solo alla regia, reclutando il fratello di belle speranze e due star del calibro di Ed Harris e Morgan Freeman. La trama del film è tragica, e può ricordare da vicino l'episodio di cronaca con protagonista la piccola scomparsa mentre era in vacanza con i genitori, Madeleine McCann, ma, come viene ricordato nel film, non solo, visto che per la pedofilia, oppure per altri motivi, i bimbi scomparsi, sopratutto nelle zone disagiate della città, sono molti e di alcuni non si viene a sapere più nulla.
La piccina scomparsa in questo caso è una biondina di 4 anni, Amanda, con madre che si dedica all'alcool e sniffa droghe. la zia, disperata, recluta due investigatori, Patrick (casey Affleck) e Angela (Michelle Monaghan, vista insieme a Ben Stiller ne Lo spaccacuori), che si buttano nella vicenda con sentimento senza pensare solo al pagamento della prestazione della ricerca. Via via che il pessimismo di non riuscire a trovare viva la piccola pervade la coppia, l'indagine porta alla ribalta numerosi risvolti tragici, inaspettati, che il potere costituito cerca di nascondere in ogni modo.
Ben Affleck dirige il tutto sempre con un occhio particolare per cercare di indirizzare il film riempiendolo di chiaroscuri, in modo da far risaltare la cappa tragica che lo deve pervadere, riprendendo le strade dei sobborghi di Boston come un calderone inadeguato per ospitare l'innocenza e il gioco dei bambini. I personaggi sono tratteggiati benissimo, spacciatori, drogati, papponi, pedofili e prostitute non sono mai dei macchiettistici mini boss di quartiere oppure delle pallide icone poco credibili, ma dei consapevoli uomini e donne che vivono portati dalle loro maleodoranti pulsioni interne che non sanno frenare e dalla voglia di denaro facile per arrichirsi, corrosi da un ambiente che non permette a loro modo di vedere altre possibilità. Lo sporco si respira appieno, e quando i due assi (Freeman e Harris) vengono calati sullo schermo, giunge anche il respiro del potere che dovendo combattere questo humus stratificato di violenza e orrore, si cannibalizza la genuinità e viene contaminato dal marcio, con metodi brutali di azione e stategie tutt'altro che morali. Rimangono puri solo i due detective, la coppia che non accetta compromessi, e il sorriso amaro di Angela è il mostrare la difficoltà degli sforzi di Patrick che sembra ogni volta cozzare contro un muro di gomma, purtroppo non solo contro quello del crimine.
Casey Affleck è bravissimo a fronteggiare senza nessun timore reverenziale le due vecchie star come se fosse un consumato interprete sulle scene da anni, il discorso finale con Freeman ne è un esempio tanto quanto quello sul tetto con Harris. Nel film c'è spazio anche per l'azione (sparatorie notturne, agguati e appostamenti) e per le sorprese (la trama si muove davvero in maniera inaspettata e sorprendente negli scambi di traiettoria), ma non per la facile moratoria, in quanto il finale può venire interpretato in maniera diversa a seconda della propria sensibilità, speranzoso oppure malinconico, lasciando allo spettatore la voglia o meno di chiudere l'arco narrativo con un retrogusto di amarezza senza speranza anche agendo nel giusto, oppure se vederla come una scappatoia impossibile dall'humus tanto deteriorato che però porta con se il seme di un nuovo corso migliore.
In definitiva un gran bel film, figlio della lezione di Mystic River sopratutto nei chiaroscuri di fotografia, ma che si muove in maniera del tutto personale, coinvolgendo, emozionando, riempiendo le iconografie sporche dei personaggi in maniera perfetta, senza mai perdersi in paludosi discorsi di facile moratoria, che merita ogni attenzione nel seguirlo, premiando un attore che ha voluto migliorarsi in altro ruolo, e mettendo alla luce le capacità di chi di fronte all'arte consolidata del palcoscenico assorbe le lezioni e si misura senza temere.
Nelle sale italiane purtroppo rimarrà ben poco e con scarsa penetrazione, la fretta imposta di vederlo verrà premiata con la soddisfazione di uscire magari storditi per l'incredulità ma anche pregni di emozioni.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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